AAA… Giovani cercansi per la nuova evangelizzazione

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Speciale INCONTRA – Pastorale giovanile

AAA… Giovani cercansi per la nuova evangelizzazione

Il nuovo, basato sulla tradizione cristiana e sulla fiducia nelle nuove generazioni

Gli annunci pubblicitari cercano giovani per proporre i loro lavori, la Chiesa si domanda dove siano quelli disponibili ad accogliere il Vangelo e a lavorare nella Vigna del Signore, perché la “messe è molta ma gli operai sono pochi”. Essi sono lanovità di ogni tempo, come oggi, e in quanto novitaà avranno bisogno della nuova evangelizzazione. Da poco la Chiesa ha inaugurato il Dicastero per la Nuova Evangelizzazione e il prossimo Sinodo dei Vescovi Italiani si occuperà proprio di questo tema. Giovani e Nuova Evangelizzazione è un binomio che non può essere tralasciato.

 

Oggi i ragazzi trascurano un po’ la Chiesa, ma quando si tratta di Nuova Evangelizzazione spesso sanno essere presenti. Piacciono le novità? Non a caso i nuovi movimenti, quelli nati dopo il Concilio Vaticano II, e che di giovani ne sanno un po’, sono stati annoverati, almeno i diretti responsabili, tra i consultori del dicastero sopra citato.

Abbiamo il responsabile e fondatore dei Neocatecumenali, quello dell’Opus Dei, di Comunione e Liberazione e di Nuovi Orizzonti…

Sono persone che li stanno intercettando attraverso le loro esperienze. Queste realtà rientrano nella categoria della Nuova Evangelizzazione. La cosa chiara è che la Nuova Evangelizzazione non tralascia il contenuto della tradizione cristiana. Essa si concentra sui metodi, come diceva Giovanni Paolo II e sulle strategie, come afferma Benedetto XVI. Ma la cosa fondamentale è che questi movimenti e associazioni (aggiungiamo anche quella fondata da don Andrea Brugnoli, le Sentinelle del Mattino) danno responsabilità ai giovani. Li mettono in azione. Oggi non possiamo più pretendere che il laicato, specialmente quello giovanile, possa stare ai margini. Deve essere messo in movimento, deve avere un suo ruolo e una sua responsabilità anche nell’annuncio del Vangelo.

L’estate scorsa un insegnate di scuola superiore che veniva a prendere sua figlia all’oratorio dopo una delle nostre attività, mi diceva: “Quando i ragazzi sono protagonisti – si riferiva al loro ruolo di animatori nell’Estate Ragazzi – mettono in gioco tutte le loro potenzialità. Noi insegnanti dovremmo imparare da voi che quasi per forza dovete far riferimento a loro per mandare avanti le vostre iniziative”.

La Nuova Evangelizzazione, come qualsiasi altra iniziativa che sia votata all’annuncio del Vangelo, per essere efficace deve essere partecipata attivamente dai giovani. Non possiamo più metterli ai margini. I giovani saranno il nostro futuro se sapremo farli diventare il nostro presente. Nella Christifedeles Laici, veniva detto che “anche i fedeli laici sono personalmente chiamati dal Signore”. Non sono una necessità legata ai tempi di oggi in cui sembra che ci sia penuria di sacerdoti. E’ una esigenza legata alla dimensione vocazionale di ogni esistenza. Anche i giovani sono “chiamati” dal Signore a portare la propria specificità per l’annuncio del Vangelo. E’ interessante notare che quasi tutte le nuove esperienze di evangelizzazione puntano molto sulla formazione. Le parrocchie spesso, per motivi legati alla necessità di donare i sacramenti in tempi stabiliti non si sa bene da chi, sono costrette ad inserire laici che non hanno loro malgrado una sufficiente formazione. Questo non vuol dire che parlare di formazione significhi risolvere tutti i problemi. Purtroppo sono molte le incognite e non sono pochi i dubbi. Ma abbiamo anche noi delle certezze, i giovani sanno danzare, sanno cantare, sanno correre, muoversi, sanno lavorare con i nuovi strumenti multimediali, non possiamo prescindere da loro. Chiediamo allora al Signore che ci doni l’intuizione di saperli mettere in gioco.

Che ogni parrocchia abbia al suo interno laici adulti e giovani disponibili perché coinvolti ad impegnarsi attivamente nella nuova evangelizzazione. Si sappia che nulla è facile, ma “guai a tutti noi se non annunciamo il Vangelo” anche quando questo è fonte di martirio: quello che ancora oggi molti cristiani vivono in terra di missione e quello che comunemente viene chiamato martirio bianco vissuto da tutti quelli che non rischiano la vita ma la “perdono” nella quotidianità dell’annuncio impegnativo del Regno di Dio, che ormai è vicino.

don Angelo Lazzarin

 

da NUOVA SCINTILLA 11 del 18 marzo 2012