Con parole mie…

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Con parole mie…

Carissimi catechisti…il mese di maggio, da poco iniziato, ha sempre giocato un fascino particolare. Sarà forse l’aria primaverile che ormai si respira, le giornate che si allungano, il sole che scalda e che preannuncia la prossima estate… Sì sarà tutto questo, certamente. Ma soprattutto perché è il mese del “fioretto” alla nostra Mamma del Cielo, è il mese in cui si gusta con più “distensione” spirituale il mistero della Pasqua con le Solennità dell’Ascensione e della Pentecoste ed è il mese in cui normalmente si celebrano alcuni Sacramenti dell’Iniziazione Cristiana: in particolare la Messa di Prima Comunione per i più piccoli e la Confermazione per i preadolescenti. Ormai, cari amici, sono anni che ci diciamo in tutte le salse che i Sacramenti non sono la conclusione del cammino di fede, dati quasi come un premio meritato dopo le “fatiche” sostenute, dopo un impegno fatto di incontri settimanali tante volte noiosi e ripetitivi più che costruttivi, dopo un continuo insistere perché i genitori siano più vicini ai loro figli, dopo l’impresa ardua, a volte, di tenere a bada dei ragazzi in attesa solo che finalmente tutto finisca e chi più ne ha più ne metta… Non dobbiamo dimenticare che un dono viene regalato, non si merita, viene accolto, non è preteso: questa, secondo me, deve essere l’ottica che dobbiamo avere e tentare di far capire a ragazzi e famiglie che si accostano al dono dei sacramenti proprio in questi giorni. Quanta strada da fare tutti quanti per renderci conto che la celebrazione dei Sacramenti iniziano e vitalizzano tutta l’esperienza cristiana. Noi preti, catechisti, famiglie e anche ragazzi dobbiamo attrezzarci per far sì che questi momenti “speciali”, posti lungo l’esperienza del cammino di Iniziazione Cristiana, siano vissuti e gustati in modo da segnare una crescita nel cammino di fede. Ci riusciremo? Io sono convinto di sì a patto che si verifichino, secondo me, alcune condizioni: 1. che come educatori siamo capaci, innanzitutto, di testimoniare con scelte concrete, che anche noi, come i martiri di Abitene, “Senza la Domenica (Eucaristia) non possiamo vivere”; 2. che non ci interessa la sola “bella e commovente” partecipazione dei piccoli alla Messa di Prima Comunione e degli adolescenti alla Cresima per realizzare la quale ci siamo sfibrati in preparazioni, a volte più folcloristiche che altro, e che commuovono sì fino alle lacrime ma non cambiano la vita, ma ci interessa il loro cammino globale della vita cristiana; 3. che nelle nostre Comunità parrocchiali ci preoccupiamo di far crescere dei battezzati che vivono gioiosamente il loro essere di Cristo e sappiano testimoniare, con la vita, il dono dello Spirito nelle scelte di tutti i giorni; 4. che impariamo a pretendere un po’ più di sobrietà, convinti che anche nella semplicità e nella sobrietà la “festa” può diventare significativa; 5. che finiamo con i ricatti: “Se non vieni… non sarai ammesso alla Cresima…; se non vedo i tuoi genitori in Chiesa non farai la Prima Comunione…” ecc., ma proviamo ad attirare la voglia di vivere l’esperienza cristiana sapendo far vedere con la nostra vita che senza di Lui, che si impara a conoscere agli incontri di catechesi e che si ha la possibilità di incontrare e gustare nei Sacramenti, si diventa come tralci staccati dalla vite che non daranno mai frutto. Buon mese di maggio a tutti!     

  don Danilo Marin